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La
vedevo da bambino a casa di nonna, in quella scatola ovale metallica con il
coperchio, anch’esso di metallo, che si alzava completamente, a pressione; lei
stava dentro smontata in pezzi. La
scatola era fatta per essere bollita con tutto il contenuto "per disinfettare"; un piano di plastica dura all’interno permetteva ai pezzi di essere fissati
senza alcun rischio, perchè il cilindro e il pistone erano di vetro, di vetro
satinato il pistone e di vetro trasparente, cristallino, il cilindro. Vetro
spesso, erto come si dice a Roma. Una parte del cilindro aveva incise tutte le
tacche necessarie in rosso, e le basi di tutti gli aghi erano d’acciaio
cromato. Vetro. Solo vetro, che combinato con l’aria creava
un attrito magico, inspiegabile, perfetto.  Il
pistone scorreva nel cilindro che era una meraviglia...