Marija Grazia Cucinotta

 

 

 

 

Come attrice fa cacare

e infatti stimola stronzate

certo ..chissà che accadrebbe se provasse le roccette….col nome che si ritrova… 

 

C.C.C.P. live @ Cinema Espero – Roma

 

 

 

 

 

Eravamo allora circa alla metà degli anni ’80..più esattamente (ma senza esagerare) tra il 1985 e l’86.. e al cinema Espero (attualmente sala bingo in via nomentana ) si tenevano concerti che poi si rivelarono memorabili, tipo Wall of Voodoo, Sister of mercy, Julian Cope,  ..e  C.c.c.p.  appunto. Quel concerto in particolare era organizzato dall’ associazione culturale La Ginestra, molto vicina al p.c.i. e in particolare alla sua sez giovanile (f.i.g.c.), associazione nella quale militavano gli allora pischellissimi Camerini & co. che in quel periodo nell’ambiente "antagonista" subivano le conseguenze del loro essere vicini alla figc, oltre al fatto di essere rockabilly. Così alle porte del concerto si presentarono non solo molti punk romani nelle varie tipologie , ma anche una nutrita schiera di autonomi dei volsci,mista a skinheads, con intenzioni bellicose, nei confronti dell’organizzazione, nei confronti dei cccp e forse di tutto il resto del pubblico presente.     Il primo effetto di tale presenza fu una ‘pressione’ all’entrata allo scopo di"imboccare" gratis che provocò, con l’aiuto fondamentale di un mio compare di comitiva piuttosto hooligano all’epoca, il crollo di una delle grosse porte a vetri del cinema,  pericoloso, ma  non si fece male nessuno. Lo sparuto servizio d’ordine della Ginestra si dileguò per qualche minuto e in molti entrammo. Poco prima dell’inizio del concerto il cinema era strapieno, gli autonomi ingannavano l’attesa prendendo a schiaffi i punk che più disturbavano il loro senso estetico, e scandendo i loro slogan, noi altri l’ingannavamo drogandoci. Il gruppo si presenta sul palco (formazione ovviamente originale, con tanto di artisti del popolo, fatur e la ballerina), Lindo Ferretti è in alta uniforme da generale dell’armata rossa. Non appena appaiono sul palco, succede il delirio: sul palco vola di tutto, in pochissimi minuti l’alta uniforme di Ferretti e coperta di sputi, lui non fa una piega, anzi, informato delle presenze tra il pubblico, comincia a provocare gli autonomi, in modo continuo e pesante, qualcuno l’aveva avvertito che in quel periodo per un autonomo romano era più offensivo sentirsi dare del coatto che del fascista, e Ferretti li attacca perciò proprio su questo punto. I c.c.c.p., con l’inconsapevole spalla degli autonomi mettono in scena lo spettacolo più autenticamente (oltre che esteticamente) futurista che io abbia mai visto. Il palco era ormai pieno dei rifiuti lanciati dal pubblico, e loro coperti di saliva, quando appare Fatur coperto da un cofano di trattore (esattamente come negli spettacoli futuristi d’epoca) a mò di protezione e si getta tra il pubblico distribuendo insulsi volantini autopromozionali: entro breve, nonostante il cofano, Fatur deve battere in ritirata…e lo spettacolo s’interrompe. L‘interruzione crea l’opportunità per un simpatico siparietto tra il rockabilly Camerini e gli autonomi che arrivano sul palco e quasi lo agguantano, lui però è giovane, incosciente e veloce. Il gruppo torna sul palco, Lindo Feretti è vestito interamente di nero, nel giro di pochi minuti l’abito prende a brillare di altre  centinaia di sputi, che alle luci del palco splendono come diamanti, sul nero appunto.Tra  scaramucce varie, Ferretti naturalmente ne ha anche per i punk, si va avanti per altri tre quarti d’ora, forse, forse meno. Non ricordo ora quale sia stato il fatto scatenante, ma non era poi importante. Il concerto finì come doveva finire, con i c.c.c.p. che staccano gli strumenti a metà di un pezzo e la voce di Giovanni Lindo Feretti che dice: -"vi meritate solo questo"-   mentre parte un pezzo di Patty Pravo. 

 

 2 PBVP my botherz 4ever-   

 

 

 



Somethin’ 2 listen !!hh from decadence!!

 

 

occhiaperti orecchieaperte boccaoccupata occhiaperti orecchieaperte boccaoccupata occhiaperti orecchieaperte boccaoccupata occhiaperti

 

Marco Polo – Port authority (07)

Dj Jazzy Jeff – The Return of The Magnificent (07)

SA RA  – The hollywood Recordings (07)

Blue  Scholars – Bayani (07) [realconsciousmilitantrap]

Ben Mono – Hit the bit (07)  [kompost records]

 

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Quello dei due [fall & rise cutup]

Cominciamo col dire che io sono quello più romantico dei due. In qualche caso addirittura tradizionalista. mi piace il ripetersi dei gesti rituali, i pensieri ricorrenti, le reazioni automatiche.mi piace ripercorrere le solite vie, guardando sempre negli stessi angoli, cercando le stesse facce, mi piace sentire sorgere i soliti dolori prima ancora che esistano propriamente, farli sorgere nel momento stesso in cui penso alla loro cura. mi piace tutto quello che viene ristretto nel termine dipendenza. La dipendenza è l’unica  cosa che ti possa dare un riferimento, un punto fermo nella distesa uniforme che è lo scorrere del tuo flusso vitale.  E per dipendenza intendo ogni tipo di dipendenza, a partire da quella stessa dipendenza all’ossigeno che ti rende attaccato alla vita.  Nel flusso continuo e costante della vita prima anch’io come gli altri appartenenti alla mia razza non ho fatto altro che cercar di  porre punti fermi, come pali nella corrente, (nella, nella, non della) fino a creare vere e proprie dighe che inesorabilmente vengono colmate e superate, dallo scorrere dei flutti…anch’io colto da quella strana malattia che ci costringe a cercare un senso, a fermare parole e  pensieri in realizzazioni, senza la quali c’è chi dice che non si sente vivo, e scorre più veloce tra le canalizzazioni. La malattia di voler resistere, contro tutte le evidenze, alla corrente che ci consuma. Quella fottuta smania di concretizzare.Tra le due possibilità date per resistere – spiritualità/materialità – io ho scelto la prima. Certo la mia ricerca della spiritualità a volte  mi ha condotto in piazze movimentate, quelle da dove si parte per poi finire nei vicoli bui o nelle case che puzzano di vita restante, più volte le mie estasi si sono troppo prolungatetalvolta ho rasentato quella definitiva, il risveglio qualche volta è stato brusco, legato al letto e col q. i. di un mollusco come un feto affogato nel lambrusco galleggiavo nel limbo lì tra il lusco e il brusco ho riconosciuto la faccia di Dio e m’è sembrato un tipo losco (…) Nonostante questo, o proprio per questo, io sono quello dei due legato ai riti. I riti della sublimazione. La sublimazione delle percezioni carpite dai miei sensi preferiti. Io sono quello dei due con l’abito talare Io sono quello dei due alieno ai piaceri della carne. Io sono quello che legge la realtà attraverso l’uso e abuso di sostanze stupefacenti, ma soprattutto attraverso la paranoia che ne consegue. uso la paranoia come lente per vedere ingrandite le cose della vita (…)  Dipendenza, per contrastarla tirano sempre in ballo la realtà, che buffi ..la realtà ..sapessero poi e sapessimo noi pure, che cos’è la realtà. Ma a me non interessa, la lascio volentieri ai   Marzulli e a tutti quelli che odiano il mese di agosto. Agosto è un buon mese. mi piace per via di quel velo nero che copre il cielo sempre troppo splendente una coltre di raso nero controluce che rende il sole meno insolente. e rende possibile la vita ad ogni tossicodipendente .